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Dic

Aspettando il nuovo anno

Articolo a cura di Pietro Casula
Presidente del Movimento per la Sardegna “Sardi Nel Mondo”

Aspettando il nuovo anno!

Molte persone hanno precise aspettative che poi vengono facilmente deluse. Ciò nonostante si può e si deve guardare con curiosità anche senza particolari desideri. Questa settimana, che con tipica, simpatica nostra imprecisione, viene anche chiamata „ il tempo tra il vecchio e il nuovo anno „ ha una sua propria caratteristica atmosfera.
Sia che si debba lavorare o meno, sia che abbia ripreso il tram tram giornaliero dopo le vacanze, questi giorni servono anche per riflettere, rifugiarsi in se stessi, tempo per una retrospettiva, per riprendere fiato.
Questa è una bella situazione: il nuovo anno non ha ancora manifestato alcuna esigenza, ancora sono lontane e non ci toccano, e ci si augura che non si presentino in modo violento ma gradualmente, piano piano come succede nel giorni di festa. Qualche leccornia natalizia da divorare è rimasta ancora. Ma naturalmente ci sono già anche pensieri per il nuovo anno che sta per iniziare e che risveglia desideri, speranze. Per alcuni ci saranno dei cambiamenti e già pensano come inserirsi nella nuova realtà, come dimostrare la propria capacità.
Tali pensieri anticipativi aiutano ad entrare nel nuovo nel migliore dei modi, anche se, in realtà, di solito accade in modo diverso.

Più difficile è con le aspettative che riguardano la comunità, il popolo.

Alcuni esseri umani – anche i politici lo sono – sono ossessionati dal pensiero di essere riconosciuti, ri-confermati o amati anche. Tali desideri, chiaramente, non li esprimono mai , almeno non pubblicamente, ma si aspettano che gli altri – noi, popolo – si comportino come loro hanno sognato e sono amaramente delusi se ciò non accade.
E allora via con le promesse paranoiche: a livello nazionale meno tasse, più soldi nelle nostre tasche, reddito di cittadinanza, pensioni di base di mille euro per tutti (anche per chi non ha mai versato) e chiaramente più lavoro, più ricchezza, meno povertà, e una nuova legge elettorale. Cambiare tutto per non cambiare niente.
A livello regionale è impressionante non solo la quantità di accordi e patti che liberano non so più quante centinaia di milioni per lo sviluppo economico regionale, ma sorprende la velocità con cui i comunicati stampa informano sugli avvenimenti portatori di ricchezza e benessere ,a partire dalla centrale a carbone di Portovesme e l‘inceneritore di Tossilo e il gasedotto che serve a tutti tranne che ai sardi. Il modo certo per trasformare in un inferno questo paradiso terrestre chiamato Sardegna.

Si attende con gioia, con ansia.

Le aspettative contengono la parola attesa che a sua volta implica significati come resistere ma anche cercare, esplorare, percepire e fare attenzione. Aspettare qualcosa che non arriva è una esperienza dolorosa e un esercizio in cui noi sardi siamo dei veri campioni. Soprattutto se nel momento in cui speri e resisti, ti rendi conto che sperare sarà invano e non succederà niente di niente di quanto sperato e promesso.
A questo nostalgico desiderio che porta facilmente alla delusione si può mettere fine solo quando si riesce a tenere il pensare fuori dalla nebulosità del non detto, del sottinteso, che poi porta immancabilmente a costruire equivoci.
Percepire la realtà e reagire di conseguenza invece che guardare, sperare in un futuro sempre più indistinto e indefinito. In questo mondo si può sgravare anche il futuro , evitando di sovraccaricarlo di aspettative e concentrarsi su quanto si sa per certo. I sardi si rendono conto, giorno dopo giorno, che si sta formando un pensiero politico che non è più di destra o di sinistra , ne leghista e ne grilliino.
Impegno, competenza, serietà professionale e voglia incondizionata di mettersi al servizio della comunità: questo è il credo di questa nuova politica in Sardegna. Noi ci siamo.
Vediamo un po‘ cosa ci riserba il futuro, che appare non distorto ma sobrio, realistico, e lascia abbastanza spazio per curiosità e gioiosa attesa.
Un felice anno a tutti!

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