01
Mag

E venne il giorno delle primarie del PD

Articolo a cura di Pietro Casula
Presidente del Movimento per la Sardegna “Sardi Nel Mondo”

Trionfa Renzi che ritorna segretario dei dem.

Renzi vince, stravince, ma non convince… Mi chiedo se questa giornata di primarie del PD, senza traumi, poche contestazioni e senza sorprese, non si sarebbero potute fare riunendo semplicemente gli iscritti, il popolo PD! No, loro – a differenza di tutte le altre formazioni politiche – fanno le primarie ( e fanno anche pagare!).

Un inno alla democrazia insomma. Una giornata tranquilla, normale, con un risultato importantissimo per un Renzi in cerca di rivincita, di consenso, dopo la disastrosa sconfitta del 4 dicembre scorso. Un Renzi che allora, in un momento di raptus sublime, disse che si dimetteva da tutto, lasciava la politica, andava a fare altro. Invece è ancora qui.

Lui, ancora lui: Matteo Renzi.

A seggi appena chiusi twittava: ” Di futuro ne merito un’altro di nuovo “. Già, con l’obiettivo – per usare uno slogan trumpiano – di make PD great again, e soprattutto se stesso. In quel 8 dicembre 2013, appena eletto segretario del PD da circa 2 milioni di votanti, Renzi – un po’ beffardo – sentenziava :

” …se per caso c’è qualcuno che pensava ad un ritorno della proporzionale e brindava, se c’è qualcuno che pensava di stabilizzare le larghe intese, i burocrati dello Stato, i professionisti dell’inciucio, beh vi è andata male!”.

L’elezione di Matteo Renzi fu un voto di cambiamento, di speranza soprattutto. La fine della stagnazione, la fine della palude. Tre anni fa Renzi era il nuovo, il rottamatore . Oggi è il remake, la replica. Oggi Renzi, senza la minoranza dei Bersani, D’Alema, Speranza & co., è il padrone assoluto del PD.

Oggi più che mai abbiamo conferma dell’avventura trasformazione del PD in PDR, il partito di Renzi.

Risparmiamoci la retorica sulla diversità della sinistra. Sta di fatto che Renzi ha vinto, stravinto direi, ma non ha convinto. Nelle sue parole, nei suoi proclami pronunciati dopo la vittoria non sciolgono alcun nodo di domani, ossia, legge elettorale, data del voto, alleanze possibili.

” Noi siamo quelli che abbiamo la responsabilità di restituire all’Italia il diritto al futuro noi siamo quelli che hanno il compito storico di non lasciare l’Italia nella palude! “

Applausi. Renzi torna ufficialmente ad essere Renzi. Con tutto il rispetto per il risultato, che gli serve per dominare il PD, ma non credo che questo basti per vincere le elezioni vere. Serve un nuovo inizio, invocava il rieletto segretario rivolgendosi alla folla, al popolo. E qui ha perfettamente ragione. E mi auguro che da parte nostra,il popolo sardo, non si trascuri,tralasci la necessità di azioni, di meccanismi in grado di rimuovere, allontanare il popolo dal miraggio del redentore, del grande capo capace di risolvere i problemi della gente.

Questo è il pericolo e così si avvia un moto retrogrado da un punto di vista politico, economico e culturale e non sviluppo graduale e completo.

Pietro Casula

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