18
Ott

Lettera aperta al Presidente della Regione Autonoma della Sardegna

Egregio Presidente,

Viviamo un grave disagio ormai persistente e chiaramente riconducibile a questa fase di sconvolgimenti ambientali, socioeconomici e demografici che stiamo attraversando e che la politica deve non solo capire ma affrontare al meglio cogliendo tutte le possibilità di cambiamento che il momento storico ci ha posto di fronte.

Le risorse finanziarie mobilitate tramite il PNRR dovrebbero essere utilizzate seguendo una modalità più efficiente, strategica e capace di produrre l’effetto e i risultati voluti e, spero, programmati.

Efficienza, strategia, capacità; terminologia nota ma evidentemente non conseguentemente applicata dalla dirigenza politica sarda. Sorprende e amareggia il Suo silenzio riguardo la delibera del Governo Draghi che nell’ultima seduta del 10 Ottobre 2022 avvalendosi dell’art.7 del decreto legge n. 50/2022 convertito con modificazioni nella legge 91/2022 ha deliberato “l’approvazione del giudizio positivo di compatibilità ambientale per tre progetti di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili eolico, fotovoltaico e geotermico. Tra questi è compreso anche quello relativo all’impianto eolico denominato „Gomorretta“, da realizzarsi in agro dei comuni di Bitti, Orune, e Buddusò.

E pace all’anima se la realizzazione di questo impianto mette in serio pericolo se non addirittura sancisce l’addio alla realizzazione del progetto scientifico di altissimo livello  „ Einstein Telescope“ l’osservatorio internazionale di onde gravitazionali, sostenuto oltre che dall’Italia anche da altri Stati europei e da numerose istituzioni scientifiche, per cui è stata avanzata la candidatura di Lula con la miniera dismessa di Sos Enattos definita come uno dei luoghi più silenziosi di questo globo.Tantissimi articoli, servizi televisivi dedicati a questo orgoglio per la nostra isola e per l’Italia senza però menzionare il pericolo incombente. Considerando che per la realizzazione del progetto Einstein Telescope sono stimati ca.6,200 miliardi di euro, faccio fatica a capire o solo intuire una chiara strategia, molto più chiara schizofrenia pura in questo caso amministrativo sulla faccenda e non solo questa.

Come la mettiamo, egregio Presidente Solinas con la politica della tutela dei diritti della comunità sarda? 

Mi permetto di richiamare alla Sua attenzione alcune anomalie, astrusità presenti sul territorio sardo e a Lei è sicuramente note ma tendenzialmente ignora, nel silenzio tacito di chi  come Lei, da una posizione di possibile intervento diretto, opta invece per una politica di immutabile noncuranza,

Le centrali elettriche di Portovesme, Macchiareddu e Fiumesanto-Porto Torres, sono proprietà rispettivamente di Enel, Saras-Sarlux e Ep. Le centrali di Portovesme e di Porto Torres vanno a carbone, quella di Macchiareddu brucia i derivati dalla produzione del petrolio. Queste centrali, a seguito delle politiche europee per la  riduzione delle emissioni da combustibili fossili, sono destinate alla chiusura, ma quando ciò avverrà di preciso non è dato sapere. 

L’ARERA ( Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) a compensazione per il mancato arrivo del gas ha concesso a tutte le centrali sarde un regime, molto simile alla vecchia essenzialità, per cui paga a loro i costi di produzione – spalmando il costo sulle bollette degli utenti – garantendo così ampi margini di equilibrio economico-finanziario col prezzo pattuito. Tradotto significa che le centrali elettriche sarde producono, praticamente, energia a costo zero. Un indubbio vantaggio per le centrali sarde e per la rete nazionale che ha in rete energia non prodotta dal gas e non al prezzo del gas ma che  – strano ma vero – non produce alcun vantaggio all’utente sardo che concorre si con le sue bollette ad azzerare i costi di produzione ma subisce anche il costo ambientale.

Le brutte „anomalie“, egregio Presidente, non sono finite.

Il PNRR (il Piano Nazionale di ripresa e resilienza) spinge fortemente allo sviluppo delle energie rinnovabili e punta a distribuirla con bollette meno care, e va bene, ma anche in questo punto, in Sardegna, abbinare l’offerta di energia alla domanda pare sia un’operazione impossibile e francamente non si capisce la non reazione, il tombale silenzio di chi nella dirigenza regionale senza se e senza ma, assiste inerte alla desertificazione del territorio e alla ingente entità di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili che, per mancanza di impianti di accumulo, molto probabilmente, non potrà essere utilizzabile, pur dovendola pagare al produttore.

Come certamente sa, egregio Presidente, attualmente le istanze di connessione di nuovi impianti presentati alla Terna s.p.a, indicano complessivamente 15.561 MW di nuova potenza da fonti rinnovabili di cui 5.464 MW da eolico e 10.098 MW da fotovoltaico. Vogliamo per un momento dimenticare il centinaio di progetti presentati, ma ai dati in precedenza notati devono sommarsi i progetti eolici offshore finora presentati, con una potenza dichiarata pari a 8.321 MW. 

Summa summarum una produzione di 23.382 MW, ovvero più di undici volte dei 1.926 MW esistenti ( dati Terna al 2022, 1054 MW eolico e 872 fotovoltaico).

In Sardegna non esistono impianti di accumulo e conservazione energetica. Il Gruppo Enel si è aggiudicato il bando di realizzazione di impianti futuri per 500 Mw, mentre la Terna s.p.a. a fine dei lavori del Thirrenian Link, il nuovo cavo sottomarino che collega Sardegna alla Sicilia con una portata di 1.000 MW, dopo le modifiche e il potenziamento del SA.CO.I.3 – che rientra tra i progetti di interesse europeo – con una portata di 400 MW e considerando il già esistente SA.PE.I con una portata di 1.000 MW, la Sardegna avrà collegamenti o trasmissioni di energia, la chiami come le pare, con una portata complessiva di 2.400 MW. Tutto qui, non un MW di più.

 E allora egregio Presidente, che senso ha questa corsa a trasformare la nostra Isola in un eldorado ( per alcuni ) delle rinnovabili? 

Premesso che già oggi ca. il 40% dell’energia prodotta in Sardegna non serve al fabbisogno locale allora a che pro sostenere questa immane quantità di energia producibile in Sardegna sapendo che non potrà essere utilizzata nella nostra isola e che, in mancanza delle infrastrutture, non non potrà essere né accumulata ne conservata e ancora meno trasferita verso la penisola?

Il rischio di una tempesta energetica è ben più che realtà.La transizione energetica deve essere quella giusta e graduale capace di promuovere una visione di consolidamento del sistema produttivo correggendone le storture e metterlo al servizio della della comunità. In questa fase di rischio latente della crisi energetica e del caro bollette ben venga una strategia energetica nazionale ma, tutto questo „azionismo energetico“ in terra sarda significa, invece, che gli unici ad avere profitti saranno in ogni caso solo le società energetiche, che sicuramente ancora una volta i profitti si privatizzeranno e le perdite saranno, come prassi, socializzate, significa che questa energia sarà pagata dallo Stato – come gestore unico della Rete – ossia noi tutti collettivamente e significa ancora che oltre allo scempio ambientale si dice addio ad un investimento di oltre 6 miliardi di euro per il no a procedere a Einstein Telescope.

Che dire egregio Presidente, chapeau ! A lei e tutti quelli che si sono prodigati e si prodigano per tali fantastici risultati.

Ma lei, scusi, non aveva detto che voleva essere il presidente di tutti sardi e investire nelle politiche di rilancio della nostra amata Isola?

Nuovamente, salvo una sua epifania a raddrizzare certe sinapsi, saremo costretti ad attendere chi La succederà, nella speranza che non sia di simili vedute o troppo impegnato a tamponare i disastri della precedente amministrazione.

Pietro Casula

Movimento per la sardegna – Sardi nel mondo

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