27
Ott

L’orizzonte smarrito del presidente Solinas

Non è stata certo una bella fotografia quella di queste ultime settimane e mesi: il virus ripartiva con prepotenza e la politica che giocava a chi faceva l’annuncio più forte.Il presidente Christian Solinas, sopravalutando completamente la sua forza (politica) si espone troppo e si fa male da solo. Nella lotta contro il Coronavirus ha annunciato, promesso molto di più di quanto poteva mantenere. E questo è grave.

Non si può certo negare che in una crisi del genere che dura da quasi un anno, anche i responsabili commettono errori: Il lavoro eccessivo, lo stress amministrativo o semplicemente scarsa conoscenza sul Coronavirus sono ragioni comprensibili che portano a commettere errori. Gli eventi in Sardegna e le situazioni che ora tengono tutta la Repubblica col fiato sospeso, in ansia e paura, appartengono alla categoria : errori evitabili.Se offri test su larga scala ( per l’intera Regione) devi anche sprecare un pensierino su come e quando le persone ottengono i loro risultati. Il fatto che i risultati dei test rimangano per settimane sconosciuti è più che un problema tecnico: questo si chiama fallimento del governo su un ampio fronte e in particolare sul fronte della programmazione e potenziamento del settore Salute.

Ora non si dovrebbe dare per scontato che con tutte le dichiarazioni in TV e tutte le misure (annunciate e poi ritrattate) che hanno dichiarato sin dal Marzo scorso il presidente Solinas e l’assessore alla sanità Nieddu ( ma siamo sicuri che abbiamo un assessore alla sanità? ) non servano solo al narcisismo dei firmatari? Bisogna chiarire però : La messa in scena della politica non serve solo a farsi notare magari in vista di una ennesima task force, ma a fornire informazioni concrete alla popolazione.

Signori, la situazione è drammatica, proviamo ad uscire dalle politiche dell’annuncio e imbocchiamo con umiltà il terreno del pragmatismo e della concretezza e non tentativi di dittatura illuminata. Di fronte a una pandemia che si diffonde in modo e quantità cosi differente , è più che evidente la necessità di misure di prevenzione e cure mirate, Regione per Regione senza sfuggire alle proprie responsabilità politiche oltreché etiche e morali.

Quindi la cooperazione tra Stato , Regione e Comuni è assolutamente doverosa e indispensabile. Di fronte alla grave emergenza che stiamo affrontando, invece di prevedere misure specifiche e circoscritte – ma comunque all’interno di un quadro di coordinamento nazionale, continuiamo a vivere un persistente e confuso conflitto istituzionale e deplorevole scaricabarile di responsabilità.

La Sardegna, cosi come le altre Regioni, conosce i problemi del proprio territorio e grazie alla sinergia tra Sindaci, RAS e le forze di Polizia che vengono disposte dal Prefetto e che a sua volta risponde al Ministro dell’Interno, si può combattere al meglio la battaglia contro la pandemia.

Una serie di problemi strettamente legati alla salute pubblica e alla sanità è chiara competenza delle Regioni (cumpresu Nieddu?) Significa che l’assessore deve provvedere al buon funzionamento degli ospedali, rafforzare la medicina del territorio, organizzare – in sintonia con i Comuni – il trasporto pubblico in sicurezza, individuare con prontezza i focolai e provvedere al tracciamento dei contagi. Misure, queste, che coinvolgono chiaramente la sicurezza pubblica, ma le Regioni non hanno ovviamente una forza di Polizia propria. Da qui i conflitti ed il consueto scaricabarile quotidiano.

E qui i nostri amministratori sono provate figure di primo piano! Un quadro istituzionale caotico dove nessuno fa ciò che dovrebbe fare per sua competenza, e mentre i contagi aumentano e s’impennano in modo esponenziale, quello che appare evidente è lo specchio di una mala politica. Ancora non si riesce a capire perché il fare i test rapidi, nonostante già da mesi disponibili e autorizzati dal Ministro Speranza, diventino un miraggio nelle amministrazioni d’opposizione.

Il caos di questi giorni nasce anche da qui è ora di finirla con questa indecorosa sceneggiata politica.

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