08
Set

Quo Vadis Sardegna?

Ci sono Club – anche nel mondo dell’imprenditoria – dove i membri, o soci che dir si voglia, esercitano il dibattere come uno sport: una squadra schierata „pro“ un’idea e una squadra „contro“, una giuria , vittoria o sconfitta. Cosi come la preparazione, la competizione atletica ha la fitness come gradito effetto collaterale, il dibattito mantiene la mente, lo spirito in forma. Nell’arena politica le fini, distinte e controverse discussioni sono passate di moda.

Eppure ci sono abbastanza questioni su cui discutere.Tuttavia, a livello politico, il dibattito pubblico è spesso fondato più su tattiche di partito, scambi e baratti politici che sulla questione in se, diventando arma per l’uno o l’altro fronte. Sui social media assistiamo a un polemizzare su tutto e aizzare – in modo sempre più volgare – piuttosto che dare un supporto arguto, lucido a tutte quelle tematiche, problemi che riguardano la collettività.Abbiamo bisogno di un ritorno alla cultura del dibattito, dove oltre alla favella conta anche il saper ascoltare. La chiarezza non è certo una medicina ma aiuta.

No, non abbiamo dei grandi comunicatori in Sardegna e solo Dio sa quanto ce ne sarebbe bisogno per affrontare la crisi economica e ambientale che viviamo.Il presidente Solinas, invece di portare avanti – o perlomeno tentare – un progetto di sviluppo economico e sociale, insiste con zero progetti e tanti coriandoli. Forse, invece di promettere nuovi micro crediti e incentivi tutti i giorni, il presidente Solinas e la sua Giunta farebbero bene monitorare cosa sta accadendo nel sistema produttivo isolano.Questa crisi ci da anche una opportunità unica : cambiare la Sardegna al meglio, tornando ad avere una visione programmatica sul futuro e facendo scelte coraggiose.

Il progresso, tuttavia, è sempre accompagnato da contraddittori; le opportunità sono grandi ma anche i rischi e l’innovazione ha bisogno di un regolatore intelligente per non morire dei suoi paradossi.Uno di questi è la metanizzazione della Sardegna, bocciata dal Governo centrale motivato dallo studio costi-benefici degli emendamenti sulla „semplificazione dei procedimenti autorizzativi delle „procedure“.

Bocciatura questa, che noi Sardi nel mondo condividiamo totalmente in quanto riteniamo la metanizzazione della nostra isola un progetto nocivo e obsoleto che non ha alcun beneficio economico e ambientale e ancor meno è fondamentale per il futuro isolano.Ma sappiamo che in Sardegna, a volte, l’ovvio non basta nemmeno per porsi qualche dubbio, infatti, apriti cielo!

Alla protesta della Cgil e Confindustria per la bocciatura del progetto si è unito il presidente Christian Solinas: „ La Regione non può essere tagliata fuori da scelte fondamentali per il futuro dell’intera isola come quelle legate all’energia (sic!) Abbiamo lavorato a lungo – dice ancora Solinas – per definire un quadro strategico e regolatori ( sic, sic!) che consenta a tutti i sardi di avere i metano ad un prezzo uguale a quello applicato nel resto d’Italia e gli impegni presi finora non possono essere disattesi dal Governo e dalla sua maggioranza“.

Ma si può? Una volta che il Governo di Roma ne azzecca una! Chi l’avrebbe mai pensato che el 21° secolo, nella cosiddetta era dell’informazione, ci si sarebbe accapigliati su cosa è la ealtà dei fatti e che quindi potrebbe essere la verità?Benedetta ignoranza! Un momento di riflessione sulle tecniche, trend e prospettive future gioverebbe, ne sono certo, anche al nostro presidente Solinas e riflettere lo porterebbe a fare una analisi seria sull’evoluzione del settore dell’energia quale motore della ripresa economica, nel rispetto degli obiettivi e le sfide in punto sostenibilità ambientale e futuro green.Gradita conseguenza della riflessione, sarebbe valutare con più tranquillità i vantaggi economici, sociali ed ambientali che le proposte, progetti e sistemi di produzione di energia ad emissioni zero virgola potrebbero portare da qui a pochi anni.

Se a questo si aggiunge che più volte sono stati presentati alla sua attenzione e agli assessorati competenti progetti innovativi nel rispetto assoluto dell’ambiente, , il passaggio dovrebbe venirgli meno difficoltoso.E invece no, mobilitazione della Regione, Confindustria e sindacati contro la bocciatura del metanodotto. Difficile capire tali „manovre“. Nello schema della comunicazione c’è un fattore chiamato „rumore“, ovvero un inevitabile disturbo ambientale creato dal contesto sociale. E se oggi si prova un senso di disorientamento, le colpe sono sia di una leadership poco carismatica che di un ambiente comunicativo alimentato dalla rissa e dal flusso indistinto di informazioni che ci investe ogni momento, ovviamente privo di qualsiasi altra forma quantomeno divulgativa o esplicativa delle singole azioni intraprese.

Siamo di fronte ad una opportunità direi storica e la potremo cogliere se saremo in grado di esprimere un modello evolutivo che metta la comunità al centro delle scelte e una classe dirigente responsabile e in grado di disegnare uno sviluppo sostenibile per l’Isola, per tutti.

Trovare una combinazione di pragmatismo e di visione , indispensabile per guidare la transazione tra un mondo che sta scomparendo ed un mondo che ancora facciamo fatica ad immaginare , è la chiave che garantisce il successo.

Pietro Casula

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