06
Apr

L’Ucraina sarà la tomba della Russia?

Dove la democrazia non è voluta, oggi non ha alcuna chance.

Le immagini degli orrori che arrivano dall’Ucraina  sono e rimangono oggetto di divisioni nel dibattito politico e nei programmi televisivi che offrono diverse chiavi di lettura e diversi punti di riflessione con ospiti che, puntualmente, non trovano un accordo sulle interpretazioni e ragionamenti del conflitto militare in corso.

Indiscusso e innegabile quanto profondamente crudeli e criminali siano le manovre e i metodi attuati da Putin; manovre e metodi ingiustificabili usati come leva politica, un qualcosa che l’Europa credeva ormai appartenere ad un passato remoto e che, invece, lo zar russo attua impunemente, terrorizzando e dimostrando quanto sia fragile il concetto di pace.

Nel dibattito pubblico sulla guerra Russia-Ucraina, cosi come alla base della politica del nostro governo e della politica europea, non dobbiamo dimenticare che siamo spettatori di una grande ipocrisia. È risaputo ma tutti chiudono gli occhi e fanno finta di non capire, di non sapere che in questa guerra l’Ucraina è solo una pedina della scacchiera geopolitica, una vittima nello scontro – quello vero – tra la Russia di Putin e la Nato ovvero gli Stati Uniti d’America.

Nell’ambito dell’opinione pubblica si è tanto parlato e sparlato dei veri o presunti obiettivi della Russia in Ucraina e poco e niente, mi pare, si è discusso su quali siano gli obiettivi strategici degli Stati Uniti. 

Se l’Ucraina per la Russia rappresenta un interesse strategico fondamentale, nell’ottica degli USA – secondo Zbigniew Brzezinski – ex consigliere per la sicurezza nazionale della presidenza Carter – l’Ucraina è uno „spazio importante sulla scacchiera eurasiatica“ il cui controllo dovrebbe rendere possibile un dominio sul mondo. Teoria che potrebbe non essere sfuggita allo stesso Putin.

In un mondo post Guerra Fredda sotto il dominio geostrategico degli Stati Uniti, Brzezinski identifica l’Ucraina, unitamente ad Azerbaigian e l’Uzbekistan, come „lo Stato che merita il più forte sostegno geopolitico dell’America“. Questo stato post sovietico, infatti, è  per gli USA quello più critico tra i perni geopolitici chiave eurasiatici.

Tesi sostenute tra l’altro, anche da Sir Harfold Mackinder, uno dei padri fondatori della geopolitica.

„ Chi controlla l’Europa orientale comanda il cuore della Terra, chi controlla il cuore della Terra comanda l’isola-mondo e chi controlla l’isola-mondo comanda il mondo“.

Joe Biden, veterano della guerra fredda, ha messo in campo una tattica con un alto potenziale destabilizzante, nella quale un esasperato Putin, ben noto per i suoi metodi poco ortodossi di riaffermazione della sua sovranità – anche nei confronti del suo stesso popolo – si è buttato a capofitto questa trappola pensata per sfruttare i malcontenti già esistenti e procurare agli USA una montagna di profitti a costo zero. Perché i costi dell’operazione certamente sono e saranno – salvo sorprese – tutti a carico del Cremlino.

Le durissime  dichiarazioni  e gli insulti plateali di Biden all’indirizzo di Putin ( alta diplomazia è tutt’altra cosa!)  sono apparse come insensata benzina sul fuoco e, in un clima mondiale tendenzialmente pro limitazione danni e evitare inasprimenti, hanno fatto sorgere il dubbio a molti analisti che, in fondo, l’America non sia affatto interessata che Mosca e Kiev raggiungano un accordo di pace, quanto meno non nell’immediato. 

A questi fini a nulla servono gli insulti a Putin, che anzi rischiano di rendere ancor più difficile il negoziato o ancor peggio si rischiano ulteriori provocazioni  che potrebbero indurlo ad allargare il conflitto fino a una terza guerra mondiale nucleare, la catastrofe.

Il vero aiuto alla popolazione ucraina  sotto massacranti bombardamenti da più di un mese ormai, non può essere l’invio di armi sempre più numeroso, sempre più potenti e non solo armi difensive che non fanno altro che prolungare il conflitto e aumentare le stragi, il massacro.

Il vero aiuto all’Ucraina non è aumentare  quasi del doppio le spese militari come ha deciso il nostro parlamento, oppure come ha deciso il governo tedesco di finanziare con 100 miliardi di euro il riarmo delle sue forze armate, e  neanche il progetto di dar vita ad un esercito europeo e ancor meno l’opzione di Joe Biden per il rafforzamento militare della Nato. Queste sono logiche che si appoggiano a quanto accade per essere giustificabili verso l’opinione pubblica ma, in realtà, allontanano sempre più l’asticella dell’equilibrio che porta la pace.

Questo compiacimento generale di unità, di compattezza dell’Occidente in questa logica di guerra, l’odio crescente verso il popolo russo e del despota Putin cosi come l’informazione e il dibattito urlato e di parte, vuole indicare una sola cosa: una corsa folle verso la catastrofe.

Il vero aiuto sarebbe il confronto diplomatico, la partecipazione delle grandi potenze occidentali con a capofila gli Stati Uniti alle trattative o quanto meno affiancare l’Ucraina invece di lasciarla sola con il suo aggressore. Questo sarebbe il vero atto di solidarietà dell’Occidente verso il popolo ucraino: affiancare l’Ucraina nelle trattative per il raggiungimento immediato del cessate il fuoco e la fine  dell’aggressione russa, la fine del conflitto.

Il dopo, visto il livello raggiunto, è una pagina ancora da  scrivere  e non è chiaro cosa ci sarà nel nuovo ordine mondiale che sta sorgendo.

C’è da augurarsi un pronto risveglio del senso di responsabilità delle potenze occidentali animate da una vera, chiara e decisa volontà di mettere la parola fine alla follia di questa guerra. Adesso. Nell’interesse di tutti.

Pietro Casula

Movimento per la Sardegna – Sardi nel mondo

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