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Gen

Spirito critico e responsabilità personale

Per evitare che la società si sgretoli ci vuole il supporto di ognuno di noi e mantenere vivo il dialogo con i dissidenti, con chi la pensa diversamente, senza per questo sminuire il proprio pensiero o indebolire la propria posizione.

Le pandemie hanno sempre diviso la società. Si cercano – e presumibilmente – si trovano capri espiatori. Le storie, la narrazione di complotti, cospirazioni si sono rapidamente diffuse in tutto il Paese, anche in questa occasione.

Questo virus, un nemico invisibile, una minaccia  degli ultimi due anni ha generato e continua a generare una incessante produzione di norme, prescrizioni sanitarie, governative, regionali, comunali, pareri di virologi, esperti o cosiddetti, statistiche, varianti, cifre di ricoveri e morti. Tutti i giorni una fiumana ossessiva di notizie sconcertanti che ci affligge, ci angustia, ci tiene appesi ad un filo, senza darci motivo di speranza, anche se – in realtà – ne abbiamo tantissimi.

Il Corona-virus è cosi invisibile eppure cosi maledettamente presente ha bisogno di una narrazione chiara, precisa e limpida, non catastrofica, ineluttabile e ansiogena, altrimenti sembra incomprensibile e si cade immancabilmente nella disperazione del trovare e capire le regole della propria condotta, per la propria salvezza.

Si racconta che durante le pandemie del Medioevo, gli ebrei avrebbero avvelenato i pozzi. All’inizio del 19. secolo si dice che i francesi – durante la loro avanzata in Europa – abbiano portato il colera nei loro bagagli.  C’era sempre bisogno di qualcuno da incolpare per le morti di massa. Oggi trovare qualcuno responsabile (presunto) della pandemia causata dal Covid 19 è molto più difficile, ma i tentativi non mancano.

Conquistare una larga maggioranza per una teoria del capro espiatorio è impossibile nell’era moderna. Così come la storia della „influenza cinese“ di Donald Trump non ha preso piede, altrettanto poco ha attenuto un’accettazione diffusa l’idea che multimiliardari come Bill Gates volessero ridurre l’umanità con l’aiuto dei vaccini.

Queste storielle folli e sostanzialmente fin troppo sempliciotte, trovano terreno fertile solo nelle bolle dei social media dove fermentano in un milieu esclusivo. Dopotutto gli esperti stimano che fino ad un 20% delle persone sono suscettibili a tali castronerie. Un numero decisamente alto, certo, ma il restante 80% è la maggioranza, e non basta tapparsi le orecchie.

Tuttavia anche il Coronavirus è divisivo; non in „presunti colpevoli“ vs „il resto del mondo“ ma – portato più semplicemente ad un comune denominatore – in sostenitori e oppositori della vaccinazione.

Tali schieramenti esistono sin dall’invenzione del vaccino contro il vaiolo; un rimedio, un farmaco invisibile è assurdamente considerato da molti altrettanto spaventoso come la malattia stessa.

La polemica sulla vaccinazione ha sostituito le teorie del capro espiatorio. Coloro che si vaccinano prendono sul serio la malattia, forse addirittura la temono e, quindi, seguono le misure di protezione emanate dal governo. Questo gruppo ha – più o meno – fiducia nei leader politici  e presume che la protezione contro l’infezione sia la priorità assoluta. Gli oppositori a prescindere, i no vax sono un insieme eterogeneo di persone tra cui molti che sicuramente riconoscono il Covid ma hanno qualche problema con il vaccino mRNA. 

A loro si uniscono gli autoproclamati guardiani della libertà, soprattutto coloro – per la maggiore gruppi di estrema destra – che strumentalizzano tali dubbi allo scopo di minare la fiducia nello Stato e nel nostro ordine fondamentale.

Funziona tutto questo ? Certo che funziona. E come tale rottura sociale venga sfruttata, strumentalizzata, per esempio, dai servizi segreti russi, lo mostra in modo impressionante il Podcast „Cui Bono- What the fuck happened to Ken Jebsen?“. Il vero obiettivo è l’instabilità politica. Il problema è che entrambe le parti tendono ad attaccarsi indiscriminatamente l’uno contro l’altro.

I sostenitori della  vaccinazione  vengono rapidamente etichettati come „stupide pecore“ o più direttamente stupidi coglioni che accettano tutto senza critiche, e gli oppositori a prescindere, i no vax  vengono inquadrati come estremisti di destra e nemici dello Stato.

Tutti sempre più nervosi e irritati, il dialogo si allontana sempre più.

La disputa sulla vaccinazione obbligatoria ora sta inasprendo gli animi, e un gruppo sempre più numeroso di cittadini non è più disponibile a seguire i chiarimenti del governo e ancor meno l’informazione giornalistica.

I cittadini hanno la disperazione del capire le attuali regole da seguire nella propria condotta. Regole evolute di decreto in decreto, creando enorme confusione soprattutto in determinate categorie del mondo del lavoro e dell’arte che devono capire come interpretare certi passaggi ambigui.

 Ne nasce una singolare stanchezza, una solitudine angosciosa che si converte in un eccessiva difesa del proprio ambito in rottura chiaramente dei rapporti sociali e nel rifiuto dell’ascolto, di ogni vincolo collettivo.

L’unica cosa che aiuta è l’obiezione personale. Colleghi, amici, parenti: quando dicono cose insensate, quando dicono sciocchezze, ci vuole qualcuno che dica No, non sono d’accordo, io la vedo diversamente.

Queste relazioni tengono insieme la società. Laddove si incontrano persone che fondamentalmente si apprezzano, si crea un legame indispensabile. Chi invece rifiuta ed evita la discussione e lascia perdere , abbandona la persona a se stessa.

E così facendo, alla fine perdiamo tutti.

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