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Giu

Il Chiodo Fisso del nostro Governo

„ L’economia italiana non cresce per colpa delle regole imposte da Bruxelles. I nostri conti – il mantra di Salvini – „sono in disordine perché per troppi anni abbiamo applicato l’austerità imposta dall’Europa „. Di Maio, in una intervista al Financial Times, aggiunge „… quando si vedrà che abbiamo ragione, la ricetta italiana dovrà essere adottata da tutti „. Neanche se si trattasse della qualità dei pomodori pelati da scegliere per fare il sugo.

La conclusione, per il nostro triumvirato al governo, è che quelle regole vanno cambiate e fino a che non sarà cosi, l’Italia deve essere autorizzata a violarle. Niente male come idea. Arrivati al dunque, però, hanno calato le braghe come neanche i predecessori Monti, Letta e Renzi messi insieme non avevano fatto.

Dai mini bot al contenuto del Def ( in aggiustamenti continui), dalla migrazione all’ambientalismo, dalla flat tax al reddito di cittadinanza, una enorme bolla mediatica che ha avvolto l’Italia in fake news quotidiane e che conduce il Paese alla deriva sociale e declino economico.
Eppure doveva essere il governo del cambiamento, il governo che finalmente avrebbe pestato i pugni sul tavolo e le avrebbe suonate di santa ragione all’Europa.

Mio nonno per definire sfrontati e spacconi usava un’espressione netta e colorita ma centrata: „ La sera leoni, la mattina cogl…“.

Ecco, per questi tre governi – si forse non lo abbiamo notato ma l’Italia ha tre governi: quello pentastellato, quello della Lega e quello dei tecnici – per questi tre, dicevo, è arrivata l’alba da cogl…, dopo un anno e passa trascorso a impappinare, turlupinare la gente con paroloni, annunci, proclami e minacce.

Ora , che qualcuno dica che tutti gli altri non hanno capito nulla, io invece ho capito tutto e vi regalo la miracolosa soluzione per tutti i vostri problemi, non è certo un’idea nuova. Anzi. La storia ci insegna che è un’idea vecchia e fallimentare.

Ma siamo proprio sicuri, mi viene dia chiedere, che le regole europee siano cosi sbagliate da addossarle la colpa per la nostra situazione?

La domanda è legittima giacché sento che gli italiani, o meglio, i rappresentanti politici degli italiani sono gli unici a lamentarsi.

Tutti gli altri Paesi dell’Eurozona, pur rispettando le regole europee, crescono molto più di noi. E nessuno, tranne che in Italia, parla di austerità. Nella media dell’Eurozona l’austerità è finita da almeno due anni, salvo nelle fantasie del duo Salvini-Di Maio che invece cerca scuse per la mancata crescita. La verità è che l’austerità non c’è più in
Italia ne nella Eurozona.

Lasciamo da parte la Grecia che è un caso speciale non confrontabile con altri Paesi sia per la dimensione della crisi, sia per sequenza di errori compiuti dal governo greco – a partire dalla poca onestà nella rappresentazione dei dati fiscali – sia dalla Commissione di Bruxelles e dal Fondo monetario. Consideriamo quello che è accaduto in Spagna, Portogallo e Irlanda.

All’apice della crisi dell’euro, maggio 2011, la situazione economica in Portogallo era peggiore della nostra. Il tasso d’interesse sui titoli a scadenza decennale aveva aggiunto il 9%, 2 punti percentuale più che in Italia dove, alcuni mesi dopo, sarebbe scoppiata la crisi. Il deficit dei conti pubblici aveva chiuso il 2010 sopra l’11%, quasi re volte il livello del deficit italiano. Il debito pubblico in rapporto al Pil erano simili: in Portogallo 111 e in Italia 117. l’intervento dello Stato per evitare il fallimento di una delle maggiori banche portoghesi costerà 2 punti di Pil ed altri punti ancora, Nel maggio del 2011 il governo portoghese chiese un prestito all’Europa e al Fondo monetario internazionale e si impegnò ad un piano di risanamento.

In Irlanda il sistema finanziario era stato reso sostanzialmente insolvente dallo scoppio di una bolla immobiliare. L’intervento pubblico per salvare le banche aveva fatto salire il debito dal 24% del 2006 al 120% in rapporto al Pil nel 2011. Cosi anche in Spagna dove il sistema bancario era diventato sostanzialmente insolvente.

E per far fronte alla situazione economica che stata entrando in recessione, sia il Portogallo, sia la Spagna e l’Irlanda introdussero programmi di austerità molto più rigorosi che in Italia. In Irlanda l’austerità fu tutta sulla spesa, in media 2,2% all’anno per cinque anni. Anche inPortogallo l’intervento fu più sulla spesa che sulle tasse, mentre la Spagna optò per un intervento metà e metà.

In confronto l’austerità attuata in Italia dai governi Berlusconi e Monti non fu superiore al 6% del Pil di cui il 55% aumenti di imposte e il 45% tagli di spesa.
Dopo una recensione iniziale – molto più contenuta e breve in Irlanda che in Spagna e Portogallo – questi Paesi stanno crescendo: intorno al 2%Spagna e Portogallo e di quasi il 4% l’Irlanda a fronte dello 0,1 % previsto per l’Italia! Persino la Grecia cresce più di noi.
E tutti questi Paesi non hanno difficoltà a onorare le regole europee.
Insomma, pare che le regole europee siano un problema solo per noi.

Che Salvini voglia pensare ad un taglio delle imposte è giusto, ma pensare che i tagli si autofinanzino con più crescita è semplicemente un’idea sbagliata. Meglio sarebbe inanziare i tagli di imposte con tagli di spesa che ci mantengono all’interno delle regole europee ( da noi sottoscritte!) e che sarebbero espansivi, aumenterebbero cioè la crescita. Non sono, secondo me, le regole europee a frenare la nostra economia, piuttosto la nostra incapacità di liberarci di questa gigantesca spesa pubblica su cui non si vuol mettere mano. Purtroppo un piano, un’idea vera non si intravede all’orizzonte politico e a quanto pare neanche un accordo tra Salvini e Di Maio per provare, almeno provare, a mettere su carta una idea seria, fattibile. Anzi, mentre Di Maio e il premier Conte rovistano tutti gli angoli per trovare e riciclare avanzi di cassa, Salvini annuncia la flat tax subito , e quindi spendere ancora di più, altrimenti mollo tutto e cade il governo.

A fronte dell’inaffidabilità e l’incapacità dimostrata da questi nostri rappresentanti penso che tutto ciò che fa o dice il nostro governo, sia irrilevante per l’Europa.
Continuare la battaglia contro un falso nemico, Europa, invece di attaccare quello vero, la spesa pubblica, prima o poi spaventerà sul serio gli investitori. E saranno guai seri.

Presidente Mattarella intervenga!

Pietro Casula

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