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PROMUOVERE UN FUTURO MIGLIORE – di Pietro Casula

Comunicato stampa fornito all’AISE – Link AISE: CLICCA QUI.


Mercoledì 25 Gennaio 2012 16:31

NEUSS\ aise\ – Non si può certo dire che il 2011 sia stato povero di eventi: la rivoluzione del popolo arabo contro i regimi autoritari in Egitto, in Libia o in Siria, la catastrofe nucleare di Fukushima e infine la crisi bancaria e monetaria e l’enorme debito pubblico.

Per quanto riguarda la Sardegna, dopo le tragedie di Arbatax e Ottana, dopo la chiusura della petrolchimica dell’Eni, segue la decisione dell’Alcoa di chiudere lo stabilimento di Portovesme. Una vera e propria demolizione del tessuto industriale sardo, che incombe sulla già drammatica situazione occupazionale e sociale dell’intera regione.

Se pure così differenti, questi eventi hanno commosso e scosso indicandoci un comune cattivo presagio: così non si può continuare! Non si può continuare con un’industria che sottovaluta elementari rischi e le cui conseguenze, in casi di emergenza, peseranno sulle prossime generazioni. Non si può continuare con un sistema finanziario che ricusa qualsiasi controllo e consegue, speculando, enormi profitti e contemporaneamente scarica tali enormi perdite sulla comunità. Non si può continuare con governi che si indebitano senza ritegno a carico delle prossime generazioni. Non si può continuare con istituzioni che pensano solo a breve termine e a consolidare il potere, dimenticando l’imperativo dell’equità o ignorando il benessere della comunità e gli interessi delle prossime generazioni.

La politica deve reagire rinforzando il senso dell’autoresponsabilità per gli altri e la comune responsabilità per il futuro. L’economia sociale di mercato vive dalla co-gestione e partecipazione di ogni singolo. Vive, però, anche dal fatto che la chance di co-gestire e partecipare sia reale per ognuno. Le crisi, quindi, permettono anche il riscatto, impongono riforme, sviluppo, crescita.

È tempo di ridefinire il concetto di progresso, di una vera politica generazionale, cioè, che ha capito, imparato a pensare a lungo termine e programmare, con attenzione alle conseguenze per le prossime generazioni. Una seria politica ambientale deve essere al centro di questa nuova “politica generazionale”. Il nostro futuro è strettamente collegato al rapporto tra economia e ecologia. Richiede, esige particolare attenzione.

In considerazione del cambiamento climatico e del consumo di risorse non disponibili all’infinito, di una drammatica crescita della popolazione mondiale, è chiaro che continuare sulla via del vecchio sistema di sviluppo industriale ci porta ad un vicolo cieco così come non ci porta da nessuna parte il rinunciare allo sviluppo, alla crescita. Con la logica del rinunciare non si troverà un consenso politico e neanche una soluzione per ridurre le distanze tra ricchi e poveri, specialmente in un momento di incremento di richiesta sociale.

Abbiamo certamente bisogno di crescita, di sviluppo ma deve essere una crescita staccata dall’eccessivo consumo di risorse naturali.

Punto fermo principale di questo processo di trasformazione è il problema energetico. La risposta alla questione del benessere in questo 21° secolo sarà quindi – usando sempre meno le care e, ormai, scarse risorse – trovare e produrre energia e contemporaneamente migliorare la qualità di vita e garantire lo sviluppo e la crescita anche alle prossime generazioni.

Si dovrà investire molto per raggiungere tale traguardo, soprattutto in energia rinnovabile, ma anche in nuove linee ad alta tensione dal nord al sud, in nuove tecniche di memorizzazione, in nuova efficienza energetica per gli immobili, in una nuova forma di “mobilità” senza intasare ulteriormente il clima.

Questo cambiamento energetico, però, non è solo una grande chance per l’economia, ma è soprattutto un grande progetto sostenuto dalla gran parte dei cittadini che hanno capito che si tratta anche di un progetto di grande responsabilità per il futuro.

L’avvio in questa nuova era energetica è il modello di come si può e vuole produrre con più intelligenza e responsabilità, migliorare le condizioni di vita e realizzare decisioni in modo democratico.

Io sono convinto che la Sardegna, con tali progetti, non percorrerà percorsi speciali o utopie, ma andrà avanti con questo sviluppo che segnerà e distinguerà questo 21° secolo.

Il Movimento per la Sardegna – Sardi nel mondo stimola e sostiene azioni a favorire il raggiungimento di concreti risultati. (pietro casula*\aise)

* Presidente Movimento per la Sardegna – Sardi nel mondo

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